MUTUI: L’ITALIA UNO DEI PAESI MENO CARI

In Italia i mutui per la casa costano meno che nel Regno Unito e in Grecia e non sono così lontani da quelli, più convenienti, di Svizzera, Francia e Germania. I risultati emergono dall’analisi condotta da Facile.it e Mutui.it sui tassi di interesse applicati dalle banche in 14 Paesi in tutto il mondo tra Europa, Asia, America e Africa.

L’indagine dei portali ha evidenziato che in Russia, Uganda e Nigeria si arriva addirittura a tassi con doppia cifra, così come nell’Italia degli anni ’70. Quanto all’Italia i tassi applicati dalle banche sono, a oggi, fra i più bassi, con oscillazioni comprese fra l’1,03% e il 2,08% a seconda dell’istituto e del tipo di tasso scelto. Nel fisso si va dal 2,01% al 2,08%, mentre nel variabile la forchetta è compresa tra l’1,03% e l’1,1%.

Per tutte le nazioni la simulazione è stata compiuta considerando un immobile di valore pari a 180 mila euro, una richiesta di mutuo di 120 mila euro a 20 anni. Nel Vecchio continente va meglio solo ai tedeschi e ai francesi (che per il tasso fisso si vedono applicare, rispettivamente Taeg all’1,7% e 1,87%) e, soprattutto, agli svizzeri; al di là delle Alpi chi decide di comprare casa col mutuo dovrà considerare un tasso dell’1,65% se sceglierà il tasso fisso e appena dello 0,65% se opterà per il variabile.

Se in Spagna i tassi non sono troppo lontani da quelli italiani (fra 1,85% e 2,1% se fisso; fra 0,80% e 1,20% se a tasso variabile), va decisamente peggio a chi la casa vuole comprarla nel Regno Unito o in Grecia. Nel primo caso le banche applicano al momento indici pari al 4,2% se a tasso fisso e al 3,3% se a tasso variabile; se si guarda alla Grecia, invece, i tassi applicati per i mutui salgono ancora, arrivando al 3,62% nel caso del variabile e al 5,5% per un fisso. Ovviamente bisogna considerare i prezzi medi delle abitazioni che, ad esempio, ad Atene sono molto più bassi rispetto a quelli della capitale inglese.

“I tassi nell’area euro restano abbastanza allineati tra di loro visto che tutti i Paesi utilizzano gli stessi indici di riferimento (Irs e Euribor). Le variazioni del costo del denaro che notiamo sui mutui sono quindi riconducibili a dinamiche competitive tra gli istituti di credito presenti in ciascuna nazione e al cosiddetto rischio Paese, un concetto simile a quello di spread usato per i titoli di stato”, spiega Ivano Cresto, responsabile business unit mutui di Facile.it. “Un discorso diverso vale invece per il Regno Unito, dove i mutui, non essendo denominati in euro, hanno dinamiche slegate da quelle del resto di Europa”.

Guardano, invece, fuori dai confini europei, se a Singapore la situazione è tutto sommato positiva con tassi dell’1,45% per il mutuo fisso e dell’1,28% per il variabile, in quasi tutte le altre nazioni considerate le percentuali applicate sono alle soglie del proibitivo. Negli Stati Uniti chi compra con un mutuo a tasso fisso ottiene un tasso quasi doppio rispetto a quello italiano, con valori compresi fra 3,38% e 3,96%. In Australia la situazione non è troppo dissimile e le banche concedono finanziamenti al 4,25% per il tasso fisso e fra il 3,66% e il 3,74% per quello variabile.

Mentre in Cina i mutui indicizzati al variabile costano in media il 2% e più che doppio è il conto per quelli con tasso fisso (4,9%). In alcune aree del mondo si supera il 10%; in Russia chi sottoscrive un mutuo a tasso fisso ha un indice del 12,5%, comunque ancora poco se si considera che in Uganda il variabile arriva al 20% e in Nigeria il fisso addirittura al 23%. “Tassi di interesse così elevati denotano un’economia in forte evoluzione con inflazione, e crescita potenziale, tipica dei Paesi in via di sviluppo e delle economie non ancora mature”, conclude Cresto.

Fonte: https://www.milanofinanza.it/news/mutui-l-italia-e-uno-dei-paesi-meno-cari-201709260940017400

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