GLI ITALIANI RITORNANO AD INVESTIRE NELLA CASA

Pensare alla casa come investimento:

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La ripresa si diffonde e dissolve qualche nuvola sull’orizzonte di lungo periodo per le famiglie italiane. Per il secondo anno consecutivo, infatti, le risposte al sondaggio condotto da Intesa Sanpaolo e Einaudi su risparmio e scelte finanziarie fanno pensare che la crisi sia alle spalle. Come riporta Tecnoborsa, a differenza del 2016 la ripresa tocca tutte le classi di reddito: quelle più basse, il ceto medio e le famiglie con un reddito superiore. Ci sono più risparmiatori e più risparmi: le famiglie in grado di risparmiare crescono dal 40% al 43,4% e si risparmia per far fronte alle incertezze; il risparmio per i figli equivale a quello per la casa e il risparmio precauzionale è particolarmente presente nella fascia di età più giovane, probabilmente riconducibile a una persistente incertezza sul futuro.

Si torna a risparmiare:

Il risparmio per la casa (ristrutturazione o acquisto), dopo aver perso nel 2015 e nel 2016, torna quest’anno a superare il 16% ed è particolarmente diffuso nelle fasce d’età fra 35 e 54 anni. Nel 2016 ne ha comprata una il 5% degli intervistati. Inoltre, iI 77,6% delle famiglie intervistate vive in un’abitazione di proprietà e il valore medio, per famiglia, del patrimonio immobiliare, auto-stimato al netto dei mutui in corso, approssima i 217 mila euro e corrisponde a una ricchezza immobiliare complessiva pari a circa 3 volte e mezzo il Pil, circa il doppio della ricchezza mobiliare.

Se la ricchezza immobiliare media familiare fosse convertita in rendita, a 65 anni si otterrebbe un tasso di sostituzione del reddito di circa il 49% ma solo il 18,5% del campione sarebbe disposto a vendere la casa per vivere meglio (attraverso un prestito ipotecario vitalizio), anche se il 35,5% lo farebbe solo in caso di estrema necessità. Le ragioni sono semplici e comprensibili: un immobile è percepito dai risparmiatori non solo come un investimento sicuro ma anche come un investimento che fa risparmiare l’affitto e come un mezzo per trasferire un’eredità, di qui le resistenze a liquidarlo.

Dal gennaio 2016 circa il 5% degli intervistati ha comprato un’abitazione e, tra i 45-54enni, il 6,3% ha fatto un acquisto e l’1,2% ha scelto un immobile da investimento. Trasformando le intenzioni di acquisto di case in valori assoluti si trova che potrebbero essere richieste al mercato circa 1,5 milioni di case, tanto da triplicare le transazioni di edilizia residenziale del 2016, che sono state poco più di 500 mila. Dunque, la casa è tornata, anche per gli interessi a zero, un possibile bene di investimento.

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Fonte: http://www.quotidianocasa.it/2017/9/26/26265/26265/

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